Meditazione camminata… passo dopo passo

Orientare i pensieri al corpo e alle sue sensazioni e percezioni ci aiuta a vivere il momento presente, l’Adesso, senza la necessità di indagare su di esso, giudicarlo, confrontarlo con qualcos’altro e infine – culmine della follia – rifiutarlo.
Dunque partiamo da qui...
Lo spirito del meditante camminatore lo muove nei passi per chilometri e chilometri e, mentre calpesta il suolo, la sua attenzione si sposta verso il ritmo, il tempo, alle sensazioni del corpo, al proliferare della mente..
Ciò però che fa la differenza è che per chi sa meditare l’attenzione rimane pulita e sempre più chiara, mai contaminata da commenti positivi o negativi o dalla fretta di raggiungere la meta.
Ciò che importa è il passo nel ritmo, l’esperienza dell’incedere e quella insolita esperienza di …silenzio che parla…
Il silenzio infatti possiede una forte carica di ispirazione ed è un continente relativamente sconosciuto ai più, che vale davvero la pena di esplorare.
C’è qualcosa di magico nel semplice atto di camminare in silenzio e in meditazione.
Il movimento del nostro corpo è come un metronomo che misura il tempo, un ritmo perfetto che coinvolge anche la mente per raggiungere un equilibrio perfetto, per formare un’unica entità.
Il passo pulsa e ad ogni passo il cammino riprende…
Alzo il piede…
avanzo…
abbasso il piede e…
ricomincio…
Alzo Avanzo Abbasso…
Questo è il focus della mia pratica… mentre cammino e pratico Mindfulness.
Ovviamente bisogna guardare dove si mettono i piedi e anche questo è attenzione sul qui ed ora, su questo continuo presente che si ripete si ripete si ripete.. mente la coscienza si scarica e piano piano si ripara dall’inquinamento del “traffico” mentale.

La camminata poi può procedere ad un altro livello di presenza che è la contemplazione dell’ambiente circostante, da quello rurale a quello urbano, la profonda connessione con la natura o la serena attenzione alle opere dell’uomo.
In entrambi i casi stare in presenza e accogliere emozioni pensieri dialogando tra sé e sé ha un valore importante per l’autodialogo che si innesca.
Entrare in una benevola conversazione con sé stessi e con il mondo è un’altra pratica di Mindfulness importante.
Si impara progressivamente a sospendere il giudizio e a stare con ciò che c’è rapportandosi alla realtà in modo largo e comprensivo.
Non è sempre tutto come ci si aspetta, e camminando lo si vede ancora di più!!
Ecco che entra in gioco la capacità di scivolare sulle cose che non piacciono.
La capacità di unire tutto in una narrazione dove il paesaggio si accorda, fa vivere la complessità come una sinfonia e fa del rapporto con la realtà reale la prima scommessa di un meditante…
Mindfulness vuol dire consapevolezza, e questo deve essere.
Non è mai estasi e autosuggestione, ma capacità competente di relazione con ciò che si incontra, che appare al camminatore.
E il camminare in “Mindfulness mode” è la massima chance per sviluppare un rapporto resiliente con la realtà, dopo averla accolta e attraversata e aver ricevuto in dono tutto il suo caleidoscopico scenario.